La paura di essere guardati
Cosa accade quando le parole non trovano la via d’uscita, quando il cuore accelera di fronte a uno sguardo e la mente dipinge scenari di fallimento? I miei pazienti la descrivono come un vero e proprio “blocco”: vorremmo esporci agli altri, ma non ci riusciamo.
Il Disturbo d’Ansia Sociale (DAS), noto anche come Fobia Sociale, è un compagno silenzioso ma onnipresente per chi ne soffre. Proviamo a raccontarlo con semplicità.
Una Danza di Sguardi e Giudizi
Il DAS è un disturbo caratterizzato da un’ansia o paura intensa che nasce nelle situazioni sociali: parlare in pubblico, partecipare a una riunione, o persino incontrare persone nuove. Questi momenti diventano un palcoscenico dove la paura di essere giudicati negativamente prende il sopravvento.
Come descritto dal DSM-5, chi vive con il DAS teme che il proprio comportamento o i segni della propria ansia possano risultare umilianti, imbarazzanti o addirittura offensivi per gli altri.
L’Inizio del Viaggio: Quando Compare l’Ansia Sociale
L’età media d’esordio del DAS si colloca intorno ai 13 anni, ma può manifestarsi già a partire dagli 8 anni. È come un seme che germoglia in un terreno fertile di incertezze e trasformazioni, tipico dell’infanzia e dell’adolescenza. Durante queste fasi, il disturbo si manifesta in modo diverso: un bambino potrebbe restare in silenzio in classe per evitare di sbagliare, mentre un adolescente potrebbe isolarsi dai coetanei per paura del rifiuto.
Il Cuore del Disturbo: Il Timore del Giudizio
Clark e Beck (2010) ci ricordano che il nucleo patologico del DAS è il timore di mostrare la propria inadeguatezza sociale e di essere giudicati negativamente per questo. È una lotta contro il desiderio di apparire adeguati agli occhi degli altri, un desiderio che spesso si trasforma in un’ossessione. L’attività mentale diventa un continuo tentativo di evitare una “brutta figura” piuttosto che cercare di fare una “bella figura”.
La Vergogna: Un’Emozione Universale, ma Diversa
La vergogna è il filo conduttore del DAS. Si prova vergogna quando l’immagine che si desidera mostrare agli altri viene minacciata. Ma nel DAS c’è un ulteriore strato: la metavergogna, ovvero la paura di essere giudicati male proprio per il fatto di vergognarsi.
Chi soffre di DAS teme che l’ansia e l’insicurezza possano essere viste come debolezza, una debolezza che diventa il punto centrale della loro sofferenza. Il pensiero “Se mi vergogno, tutti penseranno che sono fragile” risuona come un eco incessante nella mente.
Quando la Vergogna Prende il Sopravvento
Il DAS si sviluppa in tre fasi principali:
- Fase anticipatoria: Prima di un evento sociale, si immagina una catastrofe, una figuraccia, alimentando così l’ansia.
- Fase di esposizione: Durante l’evento, l’ansia prende il controllo, rendendo difficile concentrarsi su altro che non sia il proprio timore.
- Fase di elaborazione successiva: Dopo l’evento, si rimugina su quanto accaduto, amplificando i propri errori e sminuendo i successi.
Un Invito alla Comprensione
Chi vive con il Disturbo d’Ansia Sociale porta sulle spalle un fardello invisibile. Tuttavia, il DAS è trattabile. La terapia cognitivo-comportamentale offre strumenti per affrontare la paura del giudizio, lavorando sui pensieri disfunzionali e promuovendo l’esposizione graduale alle situazioni temute.
Accostiamoci a chi ne soffre con delicatezza. Ricordiamoci che dietro il silenzio, l’evasione o il rossore, c’è una storia. Una storia che merita di essere raccontata, accolta e curata.